
In questa intervista approfondiamo un libro che nasce in una forte dinamica associativa, in cui imprenditori fuori rotta lavorano per trovare il loro percorso nel mercato.
Perchè hai scritto il libro imprenditore non sei solo?
Il libro l’ho scritto per due motivi: il primo è quello di far si che un qualunque imprenditore che stia vivendo un momento di difficoltà possa ritrovarsi nelle parole di colleghi che stanno affrontando una condizione simile ed anche solo per questo, sentirsi meno solo. Il secondo motivo è quello di sdoganare l’idea che l’imprenditore è l’uomo brutto e cattivo senza sentimenti, che si fa i soldi sulle spalle degli altri. Questo libro vuole contribuire a far vedere l’altra faccia della medaglia. Dietro ad un’azienda in crisi c’è una persona, con sentimenti e difficoltà che non merita di essere mai lasciato solo. C’è bisogno di sensibilizzare dietro a questo tema che molto spesso viene sottovalutato.
Cosa rischia a livello umano e sociale un imprenditore in crisi?
Un imprenditore che entra in grande difficoltà rischia tutto, persino la propria vita: viene allontanato, viene emarginato e viene denigrato dai fornitori, dalle banche, dagli amici ed a volte persino dalla famiglia. Un uomo da solo non può vincere, ha bisogno di alleanze e di una rete. Quando queste mancano, la persona si isola. Prova vergogna, prova profonda tristezza e può arrivare a fare brutti pensieri. Un imprenditore in crisi perde credibilità, perde legami e perde fiducia. A volte, purtroppo, persino dignità.
Come, questo libro, può aiutare a risollevare le sorti degli imprenditori in crisi?
Può aiutare fornendo speranza, aiutando una persona a vedere una luce in fondo al tunnel ed avvicinando l’imprenditore alla nostra onlus che lo affiancherà nel percorso di rinascita.
Ci dai un accenno di una storia reale che hai raccontato nel libro?
Nel libro c’è una storia di particolare rilevanza per noi: un imprenditore che aveva grandissima difficoltà ad andare avanti. Si è rivolto a noi grazie all’aiuto della compagna e si è affidato. Nel giro di un solo anno, in piena pandemia, non solo è riuscito a risanare la sua attività ma è diventato anche uno dei nostri volontari di punta nella capitale.
Perché molti imprenditori italiani vanno in crisi?
C’è un vuoto culturale/formativo, oppure questo fenomeno è fisiologico e inevitabile ?Gli imprenditori che vanno in crisi, solitamente è perchè hanno una o più delle seguenti difficoltà:
1) Non si ha una corretta gestione finanziaria aziendale
2) Non vi è una proposta unica di valore o non la si comunica adeguatamente
3) Disaccordi interni o relazioni con persone sbagliate
4) L’imprenditore non ha imparato a vendere
5) Scarsa efficacia personale ( superficialità, eccessiva creatività che poi non si concretizza, compromessi )
Il fenomeno è evitabile se l’imprenditore fa un percorso di crescita personale grazie al quale sdogana le problematiche sopra citate. Purtroppo non c’è in Italia un percorso obbligatorio legato all’attività imprenditoriale, e nessuno nasce imparato. Noi siamo qui proprio per questo. Il nostro obiettivo, anche grazie al percorso Startup che avviamo questo mese, è quello di aiutare gli imprenditori a prevenire oltre che a curare la crisi aziendale. Ma questa è un’altra storia.
Una volta letto il libro, quale percorso può fare con voi un imprenditore?
Se l’imprenditore ha un’attività di successo, può darci una mano candidandosi come volontario unendosi alla nostra missione. Viceversa se sta vivendo una difficoltò, può richiedere il nostro aiuto entrando nel nostro percorso.