Bologna, Milano, 1° settembre 2022 
In un comunicato stampa congiunto il guppo Granarolo e il gruppo Lactalis, superando i consueti antagonismi di mercato, hanno posto al Governo la loro preoccupazione per un inflazione che da 12 mesi colpisce il settore agroalimentare, con particolari risvolti sul settore caseario, sollecitando un intervento pubblico per evitare il peggioramento ulteriore delle condizioni delle famiglie italiane già profondamento colpite dal fenomeno dell’aumento dei prezzi.

Percentuali a due cifre per gli aumenti di quasi tutte le voci di costo della filiera del latte. In particolare oggi l’incremento dei costi energetici con il conseguente aumento del prezzo di vendita potrebbe rendere difficoltoso per i consumatori l’acquisto di un bene primario come il latte, che già oggi raggiunge gli 1,75/1,80 €uro per litro.

«Per quanto concerne le sole energie, se non avviene un’inversione di rotta, si tratta di una inflazione del 200% nel 2022 rispetto al 2021 e un rischio di oltre il 100% nel 2023 rispetto al 2022» dichiara il Presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari

L’aumento del costo energetico sulla nostra organizzazione ha generato un impatto devastante, che sarebbe stato anche maggiore se non fossimo intervenuti con delle coperture ad hoc. Parliamo di un +220% di spesa registrato nel 2022 rispetto al 2021, e una stima di un +90% nel 2023 rispetto al 2022  Le imprese sono allo stremo, hanno già fatto ben oltre le loro possibilità ed è arrivato il tempo della responsabilità pubblica. In questo drammatico frangente, come imprenditori abbiamo messo da parte le rivalità di mercato ed abbiamo unito il nostro appello al mondo politico per ribadire la necessità di intervenire responsabilmente a tutela dell’intera filiera e del consumatore” afferma Giovanni Pomella, AD di Lactalis in Italia.