Tre giorni fa, nella città taiwanese di Taoyuan, una violenta esplosione sulle cause della quale sono in corso indagini, ha praticamente distrutto un impianto della casa farmaceutica SCI Pharmtech.

L’incendio seguito all’esplosione, oltre a provocare la morte di un dipendente dell’azienda, ha causato danni stimati in 800 milioni di nuovi dollari taiwanesi, pari ad oltre 23 milioni di euro. La SCI Pharmtech, non è un azienda farmaceutica qualsiasi, ma è ritenuta, dagli esperti del settore, il secondo fornitore mondiale, di materie prime per l’idrossiclorochina, il controverso farmaco che secondo alcuni medici, sarebbe in grado, già da tempo, di curare il covid 19, senza la necessità di utilizzare il vaccino. Una singolare coincidenza, notata da fonti locali, è il fatto che l’esplosione dell’impianto della SCI Pharmtech, sia avvenuta all’indomani della pubblicazione di uno studio scientifico, che confermava, appunto, come l’idrossiclorochina, in combinazione con zinco ed azitromicina, è estremamente efficace sia come cura, che come prevenzione per il covid.

Luca Monti